
Il XXV rapporto Ecosistema Scuola segna 25 anni di monitoraggio sullo stato dell’edilizia scolastica italiana. È un bilancio che non possiamo più permetterci di ignorare: la Calabria continua a pagare un prezzo altissimo in termini di sicurezza, qualità edilizia e diritti educativi.
I numeri raccontano una realtà che conosciamo bene: meno del 35% delle scuole calabresi, come in generale di tutto il Sud Italia, ha il certificato di agibilità e meno della metà il collaudo statico. Nonostante l’alto rischio, soltanto una scuola su sei è stata progettata o adeguata con criteri antisismici, e oltre un terzo non ha mai subito la verifica di vulnerabilità. Sul fronte energetico, il 37,6% degli edifici scolastici è in classe G, mentre appena il 20,6% utilizza impianti da fonti rinnovabili. Mense, palestre e aree verdi – elementi fondamentali per una scuola inclusiva – restano insufficienti o non accessibili.
Eppure, esistono anche buone pratiche: Cosenza si distingue, ad esempio, per aver realizzato interventi significativi di adeguamento sismico oltre che per interventi nella mobilità sostenibile nei percorsi casa-scuola. Ma il quadro complessivo è chiaro: la Calabria resta indietro e le differenze territoriali si trasformano in disuguaglianze educative per i nostri bambini e ragazzi.
Come Legambiente Calabria chiediamo con forza:
- Un piano nazionale strutturale e coordinato che metta finalmente in sicurezza le scuole del Sud, superando la frammentazione dei fondi e la logica emergenziale.
- La realizzazione di un grande programma di riqualificazione energetica e comfort climatico, con impianti da fonti rinnovabili e comunità energetiche scolastiche.
- L’inserimento di servizi fondamentali – mense, palestre, aree verdi, trasporti – nei livelli essenziali di prestazione, così da garantire pari opportunità educative in ogni territorio.
A 25 anni dal primo Rapporto Ecosistema Scuola, non possiamo più accontentarci di fotografie e analisi. È il momento di agire. La scuola pubblica è il primo presidio di cittadinanza, e in Calabria deve diventare davvero il cuore dello sviluppo sostenibile e dell’equità sociale.
